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​Milano e paesaggio sonoro tra ondate di contagio e spiragli di luce in tempi di pandemia, in "Anche le pagine hanno orecchi". Aras Edizioni, A. Calanchi, M. Corsi, J. M. I. Klaver (a cura di) - dicembre 2021 - EAN:9791280074300 - ISBN:1280074302

1/2/2023

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Picture Covid - Fasi acustiche da prima del 2020
Prima ondata 
All'inizio di marzo 2020 un'atmosfera insolita quanto spettrale avvolgeva le strade di Milano. Esiste un silenzio che imprime senso di quiete come può essere quello notturno, uno cupo, rispettoso, come durante certe cerimonie funebri o celebrative e così altri a seconda dei contesti. Quello di inizio lockdown era un silenzio di paura e incredulità per una situazione senza precedenti, normalmente associata a luoghi lontani e condizioni di vita diverse dalla nostra. 
Per reagire allo stato di allarme e all'obbligo di stare a casa si organizzavano concerti alle finestre e sui balconi, tra musiche registrate e strumenti dal vivo, in un alternarsi di silenzi tombali, melodie sovrapposte e segnali ansiogeni. Questi ultimi, al di là che siano necessari come la sirena di un'autoambulanza, o inutili come un clacson che suona a sproposito, catturano l'attenzione attraverso un impatto allertante. 
Il livellamento dell'ambiente acustico è l'equilibrio che si viene a creare quando certi suoni diventano distinguibili grazie alla diminuzione di un rumore sovrastante. Al rumore che attualmente sovrasta le città italiane contribuiscono in larga parte le attività di consumo, tempo libero, intrattenimento, che hanno come presupposto l'assembramento, il raduno di folle spontanee e altre situazioni che sfuggono al contenimento acustico. Ai tradizionali assembramenti della sera e della notte si sono aggiunti quelli pomeridiani degli aperitivi e attività del dopo lavoro tra concentrazioni umane e di veicoli in fase di manovra. È normale che il Covid, come virus che si trasmette attraverso i contatti, abbia ridotto complessivamente il rumore della socializzazione.
Alcuni descrivevano la Milano di inizio lockdown come una città acusticamente pulita. E infatti, in strade quasi deserte si sentivano il vociare, il camminare, la pedalata e altri impatti che prima non emergevano. Ma il silenzio dettato dal terrore è uno stato temporaneo e non il risultato di un naturale livellamento del paesaggio sonoro attraverso la maturazione di una coscienza condivisa.

Tra la prima e la seconda ondata 
Con l'uscita dalla prima ondata a giugno 2020 si assiste a un ridimensionamento generale del paesaggio urbano acustico. In una ormai consolidata realtà che affligge il mondo intero ancora non si parla di vaccini e diminuisce la fiducia nei confronti dei provvedimenti restrittivi. Viene meno anche il senso di novità e con esso i concerti alle finestre, i tricolori e gli striscioni con messaggi di incoraggiamento. Le vie si rianimano di pedoni, ciclisti, monopattinisti ma anche di persone ferme all'uscita delle scuole, davanti ai fast food: si tratta di assembramenti secondari, ugualmente pericolosi per il contagio, meno rumorosi rispetto alla movida, più disinvolti rispetto ai raduni clandestini in anfratti e giardini del primo lockdown.
Il periodo tra le due ondate, nonostante lo shock dei mesi che lo hanno preceduto e la preoccupazione per quelli a seguire, si presenta più leggero anche per la comparsa di nuove aree per i cittadini: l'assenza di attività commerciali se non indispensabili "ripulisce" il centro di Milano da capannoni e strutture mobili espositive. Al loro posto vengono disposte panchine e aiuole che le separano. Altre aree attigue a bar e ristoranti vengono arredate con tavolini e sedie per permettere il distanziamento tra i clienti. La città si “ingentilisce” e la parvenza è quella di un ritorno all'Italia dei Caffè in cui ci si incontra e si conversa.
Il livellamento del paesaggio sonoro è in questo periodo al culmine, considerando anche che si è in estate e il clima asciutto rende l'ambiente acustico più percepibile in ogni suo particolare. L'assenza di colonne sonore che fuoriescono da bar e negozi fa riemergere i calpestii, lo spostamento di semplici oggetti e tutti quegli impatti col tempo sommersi dalla massa sonora sovrastante. Il rumore della socializzazione rimane contenuto perché il distanziamento umano continua ad essere alla base della prevenzione.
Al livellamento ambientale acustico di una Milano più umana contribuisce la diminuzione di veicoli in circolazione. Gli urti e i segnali da guida nervosa, come già durante la prima ondata, spiccano su uno sfondo acustico più tenue. Ciò a parte, sembrerebbe che lo stato di pandemia stia creando una nuova coscienza del rumore anche per via delle mascherine che impongono di parlare più forte per farsi ascoltare. Non a caso, sempre in questo periodo sorgono nuovi spazi di coworking, locali con sale di conversazione e altri che scelgono di distinguersi per l'assenza di colonne sonore assordanti. Lo stesso accade nei negozi e supermercati in cui si è scelto di limitare l'uso della radio interna per evitare rallentamenti alle casse mentre fuori c'è la coda per entrare pochi alla volta.

Seconda ondata
Nel settembre 2020 la messa in atto di nuove misure restrittive, a seguito di una nuova ondata di contagi, pone definitivamente fine all'aspetto scenografico del primo lockdown mentre un malcontento diffuso inizia esso stesso ad esibirsi, con manifestazioni di protesta da parte delle categorie più penalizzate (imprenditori, esercenti, artisti).
Il rumore della socializzazione si mantiene moderato perché dopo le 19 le attività sono chiuse. Dunque il livellamento acustico permane ma aumenta un rumore dell'incoscienza: se durante la prima ondata i cittadini restavano a casa diligentemente, ora sembrano essersi assuefatti alla situazione pur nella sua gravità. Fuori c'è il via vai di pedoni, ciclisti e veicoli elettrici. Gli automobilisti, insofferenti verso questa nuova mobilità disinvolta e imprevedibile, contribuiscono a rendere le strade acusticamente animate oltre che pericolose.
La disobbedienza si esprime anche attraverso movide non autorizzate e feste sui tetti: diversamente dagli assembramenti secondari all'uscita di altri luoghi qui si tratta di raduni organizzati, acusticamente invasivi, secondo un messaggio di spavalderia e fatalismo. Tuttavia, accanto a queste realtà se ne sono create altre più responsabili: nei cortili dove il vicinato si riunisce portando ognuno la propria sedia, nelle aree cani che in questi mesi sono diventate dei punti di riferimento (non soltanto per chi ha il cane). Diverse sono le forme di aggregazione spontanea che hanno preso vita nel corso del 2020 e che continuano, in uno sfondo acusticamente pulito, nel rispetto del distanziamento anti contagio, secondo una socialità di quartiere che nella metropoli da tempo si andava perdendo. 

Post Covid
In generale il paesaggio sonoro, tra inizio marzo 2020 e 2021, ha subito dei cambiamenti con la diminuzione dei rumori della socializzazione. Ancora non si può ancora dire se ciò sia la conseguenza delle restrizioni imposte ai luoghi del commercio e della mondanità o se nel frattempo sia realmente maturata una consapevolezza per cui, una volta finalmente usciti dalla pandemia, si preferiranno ambienti più silenziosi. 
Certi assembramenti secondari rappresenterebbero un “modello” di raduno discreto forse perché, date le circostanze, si cerca di non attirare l'attenzione dimostrando, seppure nell'incoscienza, che si può stare in gruppo senza creare disagio ad altri.
I presupposti per una ripresa della socialità attraverso la comunicazione dal vivo, in uno sfondo sonoro che lo consenta, ci sono, col desiderio di partecipare ad eventi e concerti nelle sale e nei teatri dopo che la cultura è rimasta a lungo segregata, di riprendere a parlarsi dentro bar e ristoranti dopo tanto isolamento e usufruire degli spazi aperti senza l'allerta di segnali non necessari: quelli da guida aggressiva sussistono nonostante il minor numero di veicoli circolazione perchè gli impatti di brusche accelerazioni dipendono da strade più vuote e non da assembramento come per gli schiamazzi durante movide, eventi sportivi, ludici.
La non necessarietà è alla base di gran parte del disagio urbano acustico e del resto gli effetti della socializzazione sono quasi tutti inutili: se il rumore di persone e veicoli in circolazione è inevitabile, non altrettanto lo è quello reso dalla scorrettezza dei comportamenti in strada o dalla sonorizzazione selvaggia degli ambienti (a parte le discoteche o altri luoghi deputati).
Indubbiamente il 2020 ha imposto una riflessione generalizzata anche sul paesaggio sonoro spogliato di tanta ridondanza, reso percepibile in ogni suo aspetto di suono singolo, isolato dallo sfondo sovrastante. L'uscita dalla pandemia potrebbe segnare, oltre un ritorno alla vita, un miglioramento della sua stessa qualità.



In fase 1 e 2 lo scarto tra rumore della socializzazione in netta diminuzione e suoni singoli che riaffiorano è maggiore: l'esatto contrario della fase 0 in cui i rumori della socializzazione sono al massimo e i suoni singoli completamente sommersi, in un ambiente acustico di marcato dislivello.
In fase 3 questo scarto è minore con i rumori della socializzazione che aumentano leggermente una volta passato l'effetto paura e col clima estivo che rende i suoni singoli più distinguibili.
La fase 4 è quella di un livellamento acustico auspicabile: con un riaumento inevitabile dei rumori della socializzazione peraltro in diminuzione rispetto a prima del 2020 grazie a una maggiore coscienza del disagio acustico maturata durante il Covid. 

(A) Rumori della socializzazione tipici delle attività extra lavorative e commerciali: musiche diffuse e impatti ansiogeni non necessari (veicoli in fase di manovra, urla e schiamazzi durante le movide ecc.). 

(B) Suoni singoli: distinguibili quali suoni isolati (ad esempio le voci e il passo dell'uomo).

(C) Livellamento ambientale acustico: grado di rapporto tra rumori della socializzazione in diminuzione e suoni singoli che riaffiorano attraverso una relazione inversa tra i due fattori. 

Testi di riferimento 
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COLIMBERTI, Antonello (a cura di), Ecologia della musica. Saggi sul paesaggio sonoro, Donzelli, Roma 2004.
FOUCAULT, Michel, Spazi altri. I luoghi delle eterotopie, Mimesis, Milano 2001.
GOFFMAN, Erving, Il comportamento in pubblico. L'interazione sociale nei luoghi di riunione,
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MARIÈTAN, Pierre, L’environnement sonore. Approche sensible, concepts, modes de 
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SACHS, Oliver, Musicofilia, Adelfi, Milano 2008.
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SIMMEL, Georg, La moda, Editori Riuniti, Roma 1985.
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Id, La metropoli e la vita dello spirito, Armando, Roma 1995.
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ZAMBRINI, Silvia, La città in concerto, Eterofonia e conflitto nella metropoli contemporanea, Auditorium Edizioni, Milano 2004.
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Id, La nuova sordità, Riflessione attorno ai sintomi di una società distratta, Edizioni Goliardiche, Trieste 2009. 
Id, La misura della qualità di vita nei luoghi e nell'ambiente, Metodologia e criteri di valutazione, Maggioli, Santarcangelo di Romagna
2012.

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