Si è svolta domenica 19 novembre la giornata mondiale in memoria delle vittime della violenza stradale, istituita dalle Nazioni Unite nel 1993. A Milano un corteo di ciclisti composto si è mosso da piazza Loreto ai Giardini Calderini nella zona di Sant'Ambrogio dove le vittime sono state ricordate anche attraverso le parole dei loro parenti. Milano in questi ultimi tempi è diventata emblema di un traffico incontrollato al punto che pedoni, ciclisti e monopattinisti hanno perso la vita nelle situazioni di transito più innocue come durante l'attraversamento sulle strisce, l'attesa alla fermata del bus, mentre pedalavano lungo le ciclabili. Per questo, durante i discorsi è stato posto l'accento sulla differenza tra incidente e omicidio stradale ancora ambigua. Di fatto, chi investe qualcuno mentre era ubriaco, distratto dalle tecnologie, superava insistentemente i limiti di velocità, non può essere giudicato al pari di chi ha causato un sinistro incidentalmente. Per questo è stato posto l'accento anche sull'urgenza di imporre a Milano zona 30 che, di per sé, fa diminuire il tasso di incidentistica nei centri urbani. La situazione è anomala a Milano e non solo nel senso di “incidenti” che non avvengono fatalmente bensì secondo comportamenti stradali in partenza scorretti. Dal basso, attraverso manifestazioni di cittadini non motorizzati si cerca di sensibilizzare l'opinione pubblica nei confronti di una realtà comunemente equiparata a un peggioramento generico del traffico, senza che vengano applicati provvedimenti adeguati. Partecipiamo alle iniziative in rappresentanza delle categorie più esposte ai rischi di una mobilità “malata”, nel tentativo di contrastarla, di riportare la strada a quell'essenza originaria di transito nonché condivisione, movimento fisico, cultura. Viva la strada! https://bit.ly/basta-morti-milano
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